Tecnica di misurazione
La misurazione presso il punto di allacciamento alla rete per il raggruppamento ai fini del consumo proprio è assicurata dal gestore della rete di distribuzione (GRD). Questi installa un contatore per la fatturazione del prelievo esterno di energia elettrica e dell’elettricità fotovoltaica in eccesso immessa in rete.
La misurazione dei singoli utenti rientra nella sfera di competenza delle persone proprietarie. Per la misurazione del consumo di energia elettrica delle singole proprietà devono essere utilizzati dei dispositivi di misurazione che rispettino le direttive legali sui contatori elettrici (ad es. dell’ordinanza del DFGP sugli strumenti di misurazione dell’energia e della potenza elettriche, OSMisE; RS 941.251). Questi strumenti possono, ma non devono, essere degli Smart Meter. Per il conteggio dell’elettricità solare fino all’utente finale è necessario impiegare Smart Meter con rilevamento del consumo ogni quindici minuti (tariffa oraria). Le prescrizioni dell’art. 8a OAEI (comprende tra l’altro: rilevamento dell’energia attiva e reattiva/determinazione dei profili di carico a intervalli di 15 minuti/memorizzazione di almeno 60 giorni) per i sistemi di misurazione intelligenti non si applicano all’organizzazione interna della misurazione. Tuttavia, i contatori elettrici sono soggetti a un periodo di ricalibrazione dopo dieci anni di esercizio. In alternativa, i misuratori devono essere sostituiti.
Basi legali
Gli articoli 16–18 della legge federale sull’energia (LEne) revisionata e gli articoli 14–18 dell’ordinanza sull’energia (OEn) contengono la nuova regolamentazione sul raggruppamento ai fini del consumo proprio (RCP) in vigore dal 1o gennaio 2018.
I criteri più importanti per un raggruppamento ai fini del consumo proprio (RCP) sono i seguenti:
L’RCP può disporre di un unico punto di allacciamento alla rete elettrica pubblica. Non è consentito l’utilizzo di reti pubbliche da parte dell’RCP.
Un RCP può essere costituito su più proprietà confinanti tra loro, a condizione che le persone proprietarie del terreno pubbliche o private partecipino all’RCP e che non venga utilizzata la rete di distribuzione del gestore.
Tutto ciò che riguarda le misurazioni all’interno dell’RCP rientra esclusivamente nella sfera di responsabilità di quest’ultimo. L’RCP deve assicurarsi che vengano rispettate tutte le disposizioni e le direttive di legge. Inoltre, il gestore della rete installa un contatore per la misurazione del prelievo e dell’immissione del raggruppamento.
Un RCP è consentito soltanto se la potenza di produzione dell’impianto è pari ad almeno il 10% della potenza allacciata del raggruppamento.
Un RCP con un consumo energetico superiore a 100 MWh all’anno può accedere al mercato libero dell’energia elettrica. Di regola tale valore minimo dovrebbe essere raggiunto a partire da circa 25 appartamenti.
RCP nei rapporti di locazione e di affitto
Si consiglia di regolamentare l’RCP inserendo un testo aggiuntivo nel contratto di locazione. Ciò è possibile anche nei contratti di locazione in essere indicando sul formulario le nuove spese accessorie. Se non rifiuta questa modifica del contratto entro 30 giorni, la persona locataria entra a far parte dell’RCP. Questo vale anche per le inquiline e gli inquilini subentranti. Un successivo recesso dal contratto è possibile solo se la persona locataria ha accesso al libero mercato dell’energia elettrica in qualità di grande utente e vuole scegliere un altro fornitore di energia elettrica, se la persona proprietaria del terreno non può garantire la sicurezza dell’approvvigionamento elettrico o se non rispetta le prescrizioni sul conteggio delle spese ai sensi dell’art. 16 cpv. 1–3 dell’OEn.
Contrariamente alle disposizioni generali del diritto di locazione, in caso di raggruppamento ai fini del consumo proprio (RCP) gli investimenti non vengono scaricati sulla pigione: i costi dell’impianto vengono infatti ripagati con la tariffa per il consumo proprio tramite le spese accessorie. Il CISE fornisce informazioni dettagliate sul calcolo di questa tariffa, sulle disposizioni dell’RCP tra le persone proprietarie di immobili, sulla determinazione del prezzo dell’elettricità fotovoltaica e sulla fatturazione dei costi dell’energia elettrica (CISE sezione 2.3).
Domande frequenti
Cosa si intende per spese generali?
Costi che si generano indipendentemente dall’energia e dall’acqua consumate (fornitura e manutenzione).
Quali costi sono inclusi nelle spese generali?
Le spese generali comprendono le spese accessorie di riscaldamento, rispettivamente quelle per la produzione di freddo, il riscaldamento (o raffrescamento) dei locali ad uso collettivo, ad es. lavanderia, scale, ingresso, perdite nella distribuzione del calore e/o del freddo, ad es. calore erogato nei locali di cantina e nelle zone ascendenti, nelle condutture di teleriscaldamento all’esterno degli edifici e le perdite di rendimento delle caldaie più vecchie. Le spese generali vengono calcolate in base a valori indicativi e all’esperienza. Negli edifici nuovi o completamente risanati, la perdita di calore o di freddo dovuta alla distribuzione è ridotta grazie all’edilizia moderna. Anche le perdite di rendimento dei nuovi impianti di riscaldamento e raffrescamento sono oggi contenute. L’esperienza dimostra che le seguenti grandezze possono essere considerate valori medi per le quote delle spese generali: spese generali per caldo/freddo 30%, spese di riscaldamento/raffrescamento individuali 70%. Queste spese generali vengono ripartite in proporzione alla grandezza dell’appartamento, ad es. proporzionalmente alla superficie abitativa in m² oppure al volume espresso in m³ o in un altro criterio plausibile di ripartizione quale, nel caso di una proprietà per piani, la quota di partecipazione.
Cosa si intende per compensazione dell’ubicazione?
Per «compensazione dell’ubicazione» si intende la compensazione di una posizione svantaggiosa dal punto di vista termotecnico di un’unità d’uso all’interno dell’immobile/impianto.
I nostri consigli per risparmiare
Ventilare brevemente ma intensamente
Riscaldare secondo l’ambiente
Sfruttare il calore esterno
Abbassare la temperatura dell’ambiente
Evitare il calore proveniente dall’esterno
Anche un ventilatore può essere sufficiente
Ventilare brevemente ma intensamente
Aprire tutte le finestre due o tre volte al giorno, sono sufficienti cinque minuti di ventilazione creando correnti d’aria. L’aria pesante e l’eccessiva umidità dell’aria vengono così eliminate riducendo al minimo la dissipazione di calore. L’aria sufficientemente fresca così ottenuta contribuisce in misura decisiva a evitare danni da umidità (angoli grigi, muffe, odore di chiuso ecc.)! Negli edifici moderni è spesso installato un impianto di alimentazione e scarico aria. Consultare il manuale.
Riscaldare secondo l’ambiente
Chiudere le valvole termostatiche sui corpi riscaldanti. Questo approccio risulta spesso più efficace rispetto all’utilizzo di un umidificatore dell’aria, perché nella maggior parte dei locali eccessivamente riscaldati l’aria tende ad essere troppo secca! Scegliere una temperatura corrispondente al tipo di utilizzo dei locali. Con 1 oC di temperatura in meno dell’ambiente si risparmia già il 6–15% dei costi di riscaldamento! Attenzione: se a volte il corpo riscaldante è freddo, non si deve aprire la valvola. Il corpo riscaldante si spegne temporaneamente perché l’aria dell’ambiente ha già raggiunto la temperatura desiderata.
Sfruttare il calore esterno
Le valvole termostatiche per i corpi riscaldanti e le valvole elettriche programmabili funzionano in automatico, per cui il calore derivante dai raggi solari, dall’utilizzo della cucina ecc. viene tenuto in considerazione come fonte di calore aggiuntiva. Attenzione: non coprire le valvole termostatiche dei corpi riscaldanti con mobili o tende. Qualora ciò fosse inevitabile, installare dei sensori a distanza.
Abbassare la temperatura dell’ambiente
Abbassare a 15 oC la temperatura dell’ambiente nelle ore notturne e in caso di assenze prolungate; potete risparmiare fino al 10% di spese per il riscaldamento! Abbassare le tapparelle e chiudere le tende o le imposte. Con le finestre chiuse è possibile risparmiare il 5–10% di energia. Attenzione: se dormite con la finestra aperta, chiudete la valvola termostatica sul corpo riscaldante perché l’aria fresca proveniente dall’esterno può causare l’accensione del riscaldamento e la perdita di calore!
Evitare il calore proveniente dall’esterno
Chiudere le finestre appena la temperatura esterna aumenta e ombreggiare adeguatamente le stanze. Di sera arieggiare adeguatamente i locali!
Anche un ventilatore può essere sufficiente
I ventilatori consumano dieci volte meno energia elettrica dei climatizzatori. Il movimento dell’aria contrasta la sudorazione e assicura una sensazione di calore più piacevole.